Chi siamo
La nostra storia
dal 1992 i salesiani a Venaria, successori del grande don Tonus
Se immenso è l’amore di don Bosco per i giovani, altrettanto dovrà esserlo quello per le sue giovani case! Parlando della presenza salesiana a Venaria Reale (nella cintura torinese) dobbiamo proprio dirlo: è una casa giovane, anzi, giovanissima! I salesiani vi giungono nel 1992 quando l’arcivescovo di Torino affida alla congregazione la parrocchia e l’oratorio dedicati al santo patrono d’Italia, Francesco di Assisi. Un campo di azione vasto in questa cittadina famosa per la sua reggia sabauda: 15.000 anime, di cui molte… giovani! Ad esse se ne aggiungeranno altre con la parrocchia e l’oratorio di San Lorenzo, nella zona di Altessano.
La piccola comunità religiosa, guidata del primo direttore don Luciano Carrero, viene accolta con affetto ed è pronta a spendersi in questa nuova missione. Il lavoro in effetti non manca, soprattutto grazie alla splendida eredità lasciata da don Isidoro Tonus, parroco dal 1954, uomo appassionato di Dio e della sua gente, intrepido evangelizzatore, efficace predicatore, tenace costruttore. Sotto la sua regia i progetti non rimangono sulla carta, ma prendono forma concreta: ampliamento della parrocchiale, costruzione del primo oratorio, del salone cinema-teatro, l’acquisto della colonia alpina di Cesana Torinese, della scuola materna con l’oratorio femminile, concludendo con l’edificazione della chiesa succursale dedicata a Maria Regina della Pace. Questo prete tutto di un pezzo, vissuto nella semplicità e nella povertà, dalla tonaca consumata nel lavoro apostolico, ha consegnato ai figli di don Bosco una realtà viva e generosa.
Le attività sono incalzanti, dalla vita ordinaria della comunità parrocchiale, la vivace quotidianità della scuola materna e la grande esplosione delle proposte oratoriane. Su quest’ultima, come opera salesiana, ci piace porre l’accento. I confratelli si sono succeduti, ma la missione e lo spirito non sono cambiati. Ad aiutarli sono sempre in molti: giovani animatori, famiglie, cooperatori, catechisti e volontari di ogni età e dalle mille capacità. Grazie a loro la casa di Venaria può continuare a svolgere il suo servizio per i giovani.
Le ultime novità sono le strutture e le trasformazioni nell’opera. Anzitutto il rifacimento e l’ampliamento dell’oratorio, inaugurato nel maggio 2014 con la presenza tra noi dell’urna reliquiario di san Domenico Savio. Con un grande sforzo economico, ora la nuova struttura si presenta bella e accogliente per bambini, giovani e adulti. Nel 2017, grazie alla generosità di un anonimo benefattore, abbiamo potuto anche inaugurare una parte rinnovata del cortile con un campetto da calcio in erba sintetica e spazi gioco (pallavolo, minibasket) in resina. Le trasformazioni dell’opera riguardano anzitutto un ridimensionamento: per volere dell’arcivescovo e dell’ispettore, la comunità religiosa, composta oggi da quattro confratelli, non è più impegnata nella parrocchia San Lorenzo di Altessano ma unicamente a san Francesco. D’altro canto abbiamo assistito ad un nuovo fiorire della famiglia salesiana sul territorio: infatti nel 2017 è stata eretta anche in Venaria l’Associazione dei Devoti di Maria Ausiliatrice (ADMA) che insieme ai cooperatori salesiani, già presenti da diversi anni sul territorio, contribuiscono a diffondere lo spirito del nostro fondatore tra gli abitanti della città. Infine, dall’autunno 2018, l’ispettore don Enrico Stasi ha avviato la comunità di vita “Marvelli”: ogni anno alcuni giovani hanno la possibilità di condividere tempi e spazi del loro quotidiano con i figli di don Bosco, come caldamente raccomandato dal Santo Padre nel Sinodo sulla gioventù.
testimonianze
Eugenia
Se penso alla fatica che ho fatto la prima volta per entrarci, mi viene quasi da sorridere e ringrazio di aver trovato il coraggio di farlo, di attraversare quel cancello e di accedere nel cortile dell’oratorio. Quello che mi spingeva era soprattutto la voglia di imitare i miei animatori più grandi. Ma da lì, da quel piccolo desiderio, è nato in realtà molto di più: Estate Ragazzi che si sono succedute, campi estivi, gruppi formativi, doposcuola, catechismo, soggiorni a Cesana, ritiri, gite e pellegrinaggi, per approdare ad un anno di Servizio Civile. E poi la scoperta, bellissima e sorprendente, che dietro quei muri e quel cortile c’era un mondo molto più grande, un movimento di giovani che s’ispira a don Bosco, un insieme di ispettorie che comprendono tutta l’Italia e tutto il mondo, il Rettor Maggiore, successore di questo santo che ho iniziato a conoscere e che mi ha affascinato con la sua semplicità, determinazione, coraggio ed amorevolezza. E così l’oratorio, gli oratori, sono divenuti il luogo da cui sono nate tante amicizie, una familiarità bella e spontanea, un crescere insieme per aiutare a crescere i più piccoli e i più giovani, ma soprattutto il luogo in cui sono maturate la mia fede e le scelte più importanti. Quella di diventare Salesiana Cooperatrice, tra le tante, per una promessa che potesse durare tutta la vita e non esaurirsi in un’estate. E le frontiere si sono allargate: dalla Romania, al Burundi, al Brasile, al Congo, al Belgio. E così quel volto sorridente di don Bosco che mi accoglie nei cortili, nelle case, nelle scuole salesiane, racchiude in sé i volti di tutti coloro che grazie a lui ho incontrato ed incontro, e quando mi attraversa col suo sguardo fermo e sorridente, sembra dirmi “benvenuta, qui ti sentirai sempre a casa e troverai una famiglia pronta ad accoglierti”. Quello che posso rispondere è solo: “Grazie”, con riconoscenza infinita!
Marco
L’oratorio è sempre stato per me una seconda casa. Quando le giornate non erano delle migliori, mi recavo lì per stare meglio e ciò accadeva. Varcato il cancello d’ingresso, tutte le mie paure, insicurezze, tristezze rimanevano fuori come se ci fosse un cartello “voi qui non potete entrare” e quando sgarravano alla regola c’era sempre una persona pronta a confortarmi e a farmi tornare il sorriso sul volto. L’oratorio sono tutte quelle persone che credono e vogliono manifestarlo, tutte quelle persone che, insieme, riescono a portare allegria ai più piccoli e non solo. Una sana allegria scaturita dall’Amore di Cristo che, attraverso sguardi, semplici gesti, risate, preghiere, giochi, dialoghi, impegno, si diffonde a perdita d’occhio dando sapore alla vita. Una sana allegria che arricchisce sia chi riceve sia chi dona, sia chi ottiene un insegnamento sia chi ottiene soddisfazioni dal proprio operato. E quando riesci a strappare un vero sorriso ad un bambino o quando ti fanno tornare a sorridere capisci che quel posto è speciale, genuino, importante, che non puoi farne a meno. Il culmine della bellezza giunge nei momenti di preghiera dove si instaura un clima serio e di piena fede e devozione, dove l’atmosfera che si respira ti fa stare bene nell’anima e nel cuore. Sei in pace con te stesso e non sei solo. Quando i canti e le preghiere si innalzano unanimi la gioia che si prova è immensa e forte. L’oratorio è un piccolo ettaro di Paradiso alla portata d’uomo, un piccolo terreno dove assaporare quella allegria tanto amata da don Bosco, una fonte dove possiamo abbeverarci di quella vera felicità che sgorga dall’Amore di Dio.
Marta
“Frequento l’oratorio fin da piccola – ci racconta Marta, che sta finendo le superiori – prima con il catechismo e ora con il gruppo. Sono felice di vederlo ora completamente rinnovato, così sarà sempre di più un luogo dove conoscere e incontrare tante persone. Per me è un ambiente di famiglia, in tutti i sensi. Già mio papà è cresciuto qui e ora anch’io sono impegnata come animatrice, seguendo le orme di don Bosco, padre, maestro ed amico di noi ragazzi